La busta conteneva un buono da scambiare con il francobollo, il quale doveva essere attaccato alla risposta. Dato il diverso costo della vita in Spagna rispetto agli Stati Uniti, il buono (spagnolo) valeva di meno del francobollo (americano). I buoni hanno un costo diverso in ciascun Paese ma il loro controvalore in francobolli è lo stesso dappertutto.
Gli accordi postali internazionali prevedevano che il destinatario non potesse utilizzare i francobolli della nazione del mittente, né questi poteva, nel proprio paese di residenza, acquistare i francobolli del paese estero di residenza della controparte, era dunque necessario utilizzare un buono postale, ai tempi l’unica forma di pagamento per riuscire a collegare due soggetti residenti in Paesi differenti. Ponzi capì che, ricevendo i buoni da un paese dove questi costavano di meno, come la Spagna o l'Italia, la sola transazione avrebbe potuto generare un profitto. Per esempio, 100 buoni potevano originare 100 francobolli, ma se il buono spagnolo (costo in dollari = 10 centesimi) era cambiato negli Stati Uniti con francobolli da 15 o 20 centesimi l'uno, ecco che il profitto poteva raggiungere il 50% o anche il 100%. L'alta inflazione del Primo dopoguerra aveva, inoltre, diminuito il costo dell'affrancatura in dollari statunitensi nel paese natìo di Ponzi. Di conseguenza, acquistando i Buoni in Italia e scambiandoli con francobolli statunitensi, era possibile lucrare la differenza.
Il sistema era dunque semplice: inviare soldi in Italia; far acquistare da un mandatario gli IRC; fare in modo che questi li inviasse negli USA, scambiare gli IRC con francobolli statunitensi e successivamente vendere i francobolli. Ponzi sostenne che il saggio di profitto realizzabile, tenuto conto dei transazioni e dei tassi di cambio, poteva essere pari al 400%. Inoltre, questa forma di arbitraggio non era illegale. L’italo-americano incoraggiò subito amici e colleghi a scommettere sul suo sistema, promettendo loro un tasso di rendimento sugli investimenti del 50% in 90 giorni. Egli costituì una società, la Securities Exchange Company, al fine di promuovere il suo sistema. Alcuni soggetti accettarono la sfida, investendo e venendo ripagati come promesso. Si sparse quindi la voce e gli investimenti cominciarono ad affluire ad un tasso esponenziale. Ponzi fu addirittura costretto ad assumere degli agenti e a pagare loro ingenti provvigioni.
Nel febbraio 1920, il capitale di Ponzi ammontava a 5.000 dollari, una somma abbastanza cospicua per il tempo. Nel mese di marzo, questo crebbe a 30.000 dollari. Ponzi iniziò ad assumere ulteriori agenti per raccogliere fondi dal New England e dal New Jersey: chi investiva denaro nella compagnia in quel periodo guadagnava moltissimo e questo incoraggiava altri soggetti ad utilizzare le proprie liquidità per eseguire queste operazioni. A maggio Ponzi raccolse 420.000 dollari e iniziò a depositare il denaro nell’Hanover Trust Bank: una volta che il suo deposito sarebbe diventato grande abbastanza, sperava di poter acquisire il controllo della banca. Egli riuscì. A luglio il suo patrimonio constava di diversi milioni di dollari, le persone ipotecavano le proprie case e investivano nella compagnia tutti i loro risparmi, alcuni addirittura reinvestono nella compagnia tutti gli utili realizzati. Ponzi incamerò numerosi fondi a tassi favolosi, ma un'analisi finanziaria abbastanza semplice poteva mostrare come in realtà la compagnia era in forte perdita. Nonostante questo, fino a quando i soldi continuarono ad affluire a tassi crescenti, per l’imprenditore remunerare gli investitori ai tassi promessi fu abbastanza facile. Egli iniziò a vivere nel lusso: comprò un palazzo con l'aria condizionata e una piscina riscaldata e fece viaggiare sua madre dall'Italia in prima classe in una nave da crociera di lusso, diventando un eroe presso la comunità italiana, acclamato ovunque egli andasse.
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